Salve a tutti. In data 17 febbraio scorsa si è svolta, come annunciata, la manifestazione anti-turbogas, organizzato dall’omonimo comitato a cui hanno partecipato migliaia di cittadini delle zone limitrofe.
Ha raccolto indubbiamente un rinnovato successo, la vicinanza delle popolazione a questa eterna vicenda da diversi milioni di euro, sia di spesa che di successivi danni all’ambiente, si è fatta sentire più viva e attiva che mai. La protesta è partita con l’incontro in Piazza Roma ad Aprilia, dove già prima delle nove centinaia di persone si preparavano a sostenere un inopinabile diritto del cittadino, quello di scendere in piazza e manifestare… L’affare turbogas è chiaramente molto contorto: la paradossale necessità di tale centrale non è mai stata giustificata concretamente. Ad un primo approccio che si limiterebbe ad affrontare la sola questione energetica, appare già chiaro che in una regione dove si produce più energia di quanta se ne consuma, non ha senso costruire altre centrali di alcun genere.
Se poi volessimo affrontare in modo più completo la questione, ci sarebbe da citare anche le grandi risorse richieste dalla centrale stessa per funzionare a regime: grandissime quantità di gas per produrre energia, una portata d’acqua esagerata per garantire il ciclo di raffreddamento. Ma queste risorse da dove vengono prese? Facile la risposta…il gas continuiamo a importarlo dalla madre Russia, mentre le grandi cubature d’acqua vengono private, come chiara conseguenza, a tutte le attività agricole della zona le quali subiranno questo come primo direttissimo danno, e si sa che nei periodi estivi vi è un calo generale delle risorse, a priori disponibili. Secondo danno diretto saranno le emissioni di monossidi di carbonio e azoto, fautori dei più alti livelli di inquinamento soprattutto nel nord italia, dove l’incidenza di tumori schizza a livelli INAMMISSIBILI per il cittadino…. Per ogni approfondimento consiglio di visitare il sito www.noturbogasaprilia.it/.
Continuando con il resoconto della manifestazione, segnalo anche la presenza di un banchetto di raccolta firme per lo stop al progetto di costruzione del cosiddetto corridoio tirrenico, un autostrada vera e propria che collegherebbe Roma con latina, comportando anche il pagamento del pedaggio per ben determinate tratte e che implicherebbe lo stravolgimento del territorio pontino, a discapito delle numerose attività agricole e dell’ambiente in generale. Pare assurda la necessità di tirar fuori dal cilindro questo mega progetto di costruzione, con costi altissimi di attuazione, non ha alcun senso. Con spese minori, si dovrebbe pensare alla messa in sicurezza della pontina, rifacendo il manto stradale, aumentando le corsie e disponendo una adeguata illuminazione, altro che far pagare alla gente tasse per il pedaggio.
Concludendo, invito tutti a partecipare alle future manifestazioni e sempre e dico sempre informarvi circa tali grandi progetti sulla rete, senza farvi abbindolare dagli starnazzi che troppo spesso sentiamo sulle grandi reti nazionali. Buona serata.
Lorenzo.
domenica 24 febbraio 2008
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